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Cosa fare per evitare l’evasione contributiva delle badanti

evasione contributiva badanti
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Cosa fare per evitare l’evasione contributiva delle badanti e colf?

Il lavoro domestico, e quindi quello delle badanti e colf è una tra le attività in cui è più frequente l’evasione contributiva Inps. Il principale fattore che determina il mancato pagamento dei contributi per la pensione e per la malattia è causato soprattutto dal peso eccessivo dei versamenti Inps. Bisogna però prestare molta attenzione a questo illegittimo risparmio perché può essere molto rischioso. Indipendentemente dal fatto che la badante sia impiegata per sette giorni o per due ore alla settimana, non cambia l’obbligo di versare all’Inps i contributi previdenziali, che servono anche come assicurazione e infortuni. Per essere in regola, bisogna denunciare l’assunzione all’Inps e all’ Inail della propria zona, tramite un apposito modulo. Qualora il datore di lavoro non rispetti le scadenze o non regolarizzi una badante può essere soggetto a sanzioni pecuniarie. Le sanzioni per evasione contributi cambiano in base al comportamento tenuto dal datore di lavoro e alle circostanze che possono giustificare un ritardo pagamento contributi colf e badanti..

badante che accompagna un anziano al parco
Evita sanzioni regolarizzando badanti

Sanzioni per inadempimento contributivo: quali sono?

Troviamo tre casi di sanzioni per evasione contributiva badanti definiti dal legislatore:

  • Omissione contributiva: si attua in presenza di mancato o ritardato pagamento dei contributi rilevabili da denunce e registrazioni obbligatorie.
  • Evasione contributiva: si ha in presenza di una inadempienza, accertata dall’ ufficio o consolidatasi oltre un anno dalla scadenza di legge, legata a registrazioni o denunce obbligatorie omesse o non conformi al vero (esempio la mancata iscrizione all’ Inps).
  • Evasione denunciata spontaneamente: si concretizza in caso di regolarizzazione spontanea da parte del datore di lavoro, prima di contestazioni o richieste da parte degli enti impositori, e comunque entro 12 mesi dal termine di pagamento e sempre che il versamento venga effettuato entro 30 giorni dalla denuncia (la mancata osservanza dei termini rende applicabili le sanzioni previste per l’evasione).

Per ogni caso è prevista una sanzione pecuniaria differente:

  • per l’omissione contributiva il datore di lavoro è tenuto al pagamento di una sanzione civile pari, ad oggi, al 5,75%in ragione d’anno (tasso di interesse dello 0,25% maggiorato di 5,5 punti) fino ad un massimo del 40% dell’importo dei contributi dovuti e non versati alle scadenze di legge
  • nell’ evasione contributiva il datore di lavoro è tenuto al pagamento di una sanzione civile pari, in ragione d’anno, al 30% il cui ammontare non può essere, in ogni caso, superiore al 60% dell’importo della stessa contribuzione non versata entro la scadenza di legge. Questa sanzione civile è cumulabile con le sanzioni amministrative per la mancata comunicazione e per la mancata iscrizione all’Inps nei termini stabiliti
  • in caso di evasione denunciata spontaneamente la sanzione civile sarà la medesima di quella prevista nel caso di omissione (sanzione civile pari, ad oggi, al 5,75% in ragione d’anno = tasso di interesse dello 0,25% maggiorato di 5,5 punti).

Questo tasso di interesse si applica a condizione che:

  • la denuncia spontanea avvenga prima di contestazioni o richieste da parte di Inps, Inail e Ispettorato del lavoro
  • il datore di lavoro effettui spontaneamente il versamento entro i 12 mesi dal termine stabilito per il pagamento dei contributi
  • il versamento avvenga entro i 30 giorni successivi a quello della denuncia spontanea

Se questi termini non vengono rispettati, si ricade nel caso dell’evasione fiscale badanti, sanzionata con un’aliquota del 30% in base annua sull’ importo evaso.

evasione contributiva badanti
Badante evasione fiscale

Agevolazioni fiscali per l’assunzione di badanti

Per alleggerire il peso dei contributi ed evitare badanti evasione è stata istituita un’apposita fascia di versamento, riservata a chi ricorre all’aiuto della collaboratrice domestica per più di 24 ore alla settimana, come spesso accade per le badanti e quindi è consigliabile fare bene i conti perché, in alcuni casi, risulta più conveniente chiedere alla badante di lavorare qualche ora in più perché complessivamente l’onere, stipendio compreso, risulta minore. Tra le agevolazioni assunzione badante spicca la detrazione del 19% delle spese sostenute. Usufruibile, però, nel caso in cui la persona assistita non sia autosufficiente e nei limiti di reddito e di spesa. Infatti sono escluse le spese di assistenza a beneficio delle persone la cui mancanza di autosufficienza non è collegata all’ esistenza di una patologia. Tanto per fare un esempio, non si potrà considerare non autosufficiente un neonato sano ma sì un bambino portatore di handicap. Sono da considerare non autosufficienti le persone che non riescono autonomamente a:

  • assumere alimenti
  • deambulare;
  • espletare le proprie funzioni fisiologiche e dell’igiene personale;
  • indossare degli indumenti.

Questo stato di non autosufficienza deve essere certificato da un medico per poter usufruire della detrazione fiscale.

Oltre a verificare la non autosufficienza dell’assistito, ci sono poi da verificare:

Il limite di reddito per la detrazione:

La detrazione del 19% contenuta nelle agevolazioni fiscali sulle badanti spetta a chi ha un reddito complessivo lordo inferiore ai 40.000 euro annui. All’interno del reddito complessivo devono essere inseriti:i redditi da fabbricati assoggettati alla cedolare secca e l’agevolazione Ace (Aiuto alla crescita economica) utilizzata

Il limite di spesa:

Chi ha assunto una badante ha diritto ad una detrazione fiscale del 19% su una spesa massima di 2.100 euro complessivi. Significa che se le persone assistite sono più di una (è il caso del contribuente che sostiene delle spese per sé e per il coniuge), il limite resta, comunque, quello di 2.100 euro per tutte e non per ciascuna di loro. E significa anche che la detrazione massima che si potrà ottenere è di 399 euro (il 19% di 2.100 euro). La detrazione spetta anche quando le spese sono state sostenute per l’assistenza di soggetti non fiscalmente a carico.

 

Come documentare le spese detraibili?

Il Fisco ha bisogno dell’adeguata documentazione delle spese sostenute per la badante prima di riconoscere i benefici fiscali badanti come la detrazione del 19%. Basta una ricevuta rilasciata dalla stessa badante o da chi presta effettivamente l’assistenza. La ricevuta deve contenere: i dati anagrafici e codice fiscale di chi presta l’assistenza e i dati anagrafici e codice fiscale dell’assistito se si tratta di un familiare del contribuente

 

Se cerchi professionisti nel settore che adempiano a tutte le pratiche amministrative relative al rapporto badante-datore di lavoro al posto tuo non esitare a contattarci, manda una mail a [email protected] e troveremo la soluzione che fa per te evitando un elusione contributiva.

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