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Perchè gli anziani fanno fatica ad addormentarsi?

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Perchè gli anziani fanno fatica ad addormentarsi: i disturbi del sonno

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Il “faticoso” sonno degli anziani

Con il passare degli anni,  il corpo è soggetto a numerosi cambiamenti, tra cui una modifica del livello ormonale della persona. A modificarsi è anche la presenza di alcune molecole nel sangue e i ritmi cardiaci dovuti alla pressione arteriosa. Tutte queste caratteristiche influiscono sul ritmo di sonno-veglia dell’anziano, perciò è importante che il sistema nervoso centrale le coordini perfettamente. Qualora non vi dovesse essere una perfetta coordinazione, capita spesso che le persone anziane incorrano in un risveglio mattutino precoce o in un risveglio notturno abituale. Tuttavia, con queste interruzioni del sonno, l’anziano non riposa a sufficienza per recuperare le proprie energie giornaliere. Proprio per questo motivo la maggior parte delle persone che ne soffre si sveglia con irritabilità e astenia, sintomi tipici dei disturbi del sonno negli anziani. A dimostrare quanto appena affermato è uno studio americano della Harvard Medical School che ha preso in esame il cervello di una quarantina di persone di cui è stato monitorato il sonno a partire dai sessantacinque anni di età sino alla morte (avvenuta mediamente a ottantanove anni). La ricerca ha evidenziato che quanti accusavano disturbi del sonno avevano un numero minore di neuroni nell’area del cervello dedicata all’addormentarsi. La perdita di questi specifici neuroni fa sì che un settantenne dorme in media un’ora in meno rispetto a un ventenne: all’avanzare dell’età, l’uomo perde quei neuroni che bloccano i pensieri coscienti e che consentono l’arrivo del sonno.

Come valutare un anziano con insonnia

Per eseguire una corretta valutazione del sonno dell’anziano, sono stati inventati dei veri e propri diari del sonno che altro non sono che quaderni nel quale annotare appunti e abitudini che riguardano questo aspetto della vita come:

  • Orario in cui si va a letto.
  • Quantità di tempo necessario per addormentarsi.
  • Orario della sveglia.
  • Se ci si sveglia durante la notte, quante volte succede.
  • Quanto è stato ristoratore il sonno.
  • Cosa potrebbe aver disturbato il sonno.
  • Eventuali bevande contenenti caffeina consumate durante il giorno.
  • Eventuali bevande alcoliche consumate durante il giorno.
  • Eventuali farmaci presi durante il giorno.
  • Se si è fatto sport, quanto e a che ora.
  • Attività svolte un’ora prima di andare a letto.

Oltre al diario del sonno è anche disponibile uno strumento atto a fornire una valutazione oggettiva del sonno della persona anziana. Tale strumento è il Polisonnografo. Esso individua e definisce:

  • Il periodo di addormentamento.
  • La durata del sonno.
  • I fenomeni respiratori che lo disturbano, quali apnee o movimenti notturni bruschi che rendono necessario l’ausilio di sponde letto per anziani.

 

Quali sono le cause più frequenti dei disturbi del sonno negli anziani?

anziano che soffre di insonnia seduto sul letto
L’insonnia degli anziani: difficoltà ad addormentarsi
  • La depressione e l’ansia, ovvie condizioni che alterano la fluidità è la continuità del sonno.
  • Il dolore cronico, pensi negli over 70 la prevalenza di artrite reumatoide, malattie reumatiche , della semplice artrosi, della polinevrite di qualunque natura essai sia, soprattutto quella diabetica.
  • Luso di farmaci. Gli anziani over 70 hanno spesso diverse patologie e molte patologie significano molte terapie farmacologiche: spesso non si tiene conto fino in fondo degli effetti che ciascun farmaco per conto proprio, oppure in seguito all’interazione con altre terapie farmacologiche, può produrre sulla qualità del sonno.
  • Le patologie internistiche: le pneumopatie, le cardiopatie, il diabete, l’ipotiroidismo, la presenza di un’ernia iatale con reflusso gastroesofageo.
  • La sindrome delle gambe senza riposo è la necessità improvvisa, che compare nel momento in cui tu ti stendi a letto, di muovere le braccia, le gambe o l’intero corpo per una sensazione che viene definita spesso di formicolio. In realtà è un disagio motorio che ti porta a non riuscire a prendere sonno.
  • Le apnee notturne consistono nel ripetersi di episodi di completa e/o parziale ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno, normalmente associati a una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue: nell’anziano possono essere ostruttive, in genere correlate a una condizione di obesità, o possono essere centrali, legate a problematiche cardiorespiratorie.
  • I disturbi nella fase REM che sono caratterizzati dalla comparsa di un sogno vivido in genere estremamente allarmante come essere aggredito, essere inseguito da animali, da cani, precipitare in un burrone, sostenuto dalla mancata paralisi che generalmente caratterizza la fase REM. I soggetti che ne risultano affetti urlano, si agitano, imprecano, tirano schiaffi al partner, cadono dal letto; ciò genera un problema di continuità del sonno ma anche un rischio fisico per chi dorme accanto.

Quali possono essere le conseguenze di un disturbo del sonno cronico?

L’insonnia porta con sé un aumento dell’appetito, anche di cibi incongrui, ergo un aumento di peso e in ultimo l’obesità. All’aumento di peso si possono accompagnare diabete e ipertensione e come conseguenza di queste condizioni, un aumento di aritmie cardiache e cardiopatie ipertensive. Un‘ulteriore  conseguenza dei disturbi cronici del sonno è un deficit del sistema immunitario e una maggiore suscettibilità alle infezioni e alle malattie su base autoimmune. Infine, ci sono l’ansia, la depressione, l’aggressività e i disturbi della memoria e l’astenia negli anziani che non permettono che l’anziano dorme e non si sveglia.

Quali le soluzioni per il giusto dormire? 

I disturbi del sonno non sono qualcosa da prendere sottogamba: possono essere infatti campanelli d’allarme per l’insorgere di Parkinson, demenza e altre malattie neurodegenerative. La costante osservazione medica è quindi una fra le principali precauzione da adottare, ma molti sono anche gli accorgimenti possibili nella vita di ogni giorno ossia: mangiare carboidrati la sera e un programma di esercizio fisico dolce ma regolare favoriscono il buon riposo, così come un ridotto consumo di alcol, i cui effetti “sonniferi” possono risultare allettanti per chi fatica ad addormentarsi la sera ma la cui assunzione eccessiva riduce sensibilmente la qualità del sonno. Uno dei rimedi migliori è però una routine fissa per le ore di sonno, cui attenersi con regolarità facendo attenzione soprattutto a svegliarsi sempre alla stessa ora. Evitare caffeina e altre sostanze stimolanti nelle ore precedenti al riposo è un altro buon consiglio da seguire.

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